15 ottobre 2011

Storia delle parole troncate







<Ah! Ah! come te la cavi? Tu sei un fiore delicato: quando ti deciderai ad aprire la corolla al mondo? .......................
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Le parole di una mail troncata calano giù, giù, giù.
Finchè arrivano nel prato degli asfodeli, non è un posto fiorito. Non c'è luce,  l'aria è fosca, e si sta in modo indolore.  Le parole troncate si riconoscono dal cappuccio grigio,  o cappuccio di Ade, che le fa invisibili. 
Sembrano fiori rovesciati all'ingiù, con filamenti di lettere dell'alfabeto che sbucano come lunghi pistilli. O paiono falchetti incappucciati, o cartocci di caldarroste, o copri-uova di lana.  La similitudine è comunissima nel luogo, per via dell'aria fosca che proietta riflessi come una plumbea aurora boreale. Nel mondo di sotto, infatti,  niente è più come era nel mondo di sopra. Ogni cosa che ha varcato quella soglia, diventa un multiplo di sè, che si apre in immagini a ventaglio, come un pavone.  
Le parole  troncate non si levano mai il cappuccio. Ci sono correnti per via delle ombre. 
Le ombre sono la popolazione più vasta del mondo sotterraneo, e sono riconoscibili da un dinamismo estremo. 
Hanno una natura mercuriale, perennemente alla ricerca di un posto adatto  dove dimorare, che non possono trovare poichè continuano a  spostarsi. Non è facile vedere un'ombra, si può  soltanto dedurre la sua presenza da un improvviso spostamento dell'etere infero, un giro d'aria cupo.   
Non esiste un cibo per ombre, allora si ingolfano di substrato o di aria, inebriandosi di pienezza fino a barcollare. Dopo si nascondono come i gatti. Hanno vita propria, staccata da tutte le altre specie.
Altri abitanti sono farfalle del tipo psyche. Sono delicate, ma possono alzarsi a elicottero in verticale, senza rumore, spiccare un balzo, e mangiare a colibrì. 
Le psyche sono tante. Alcuni sostengono che ogni organo ne abbia una, e quindi l'anima-naso, l'anima-pancreas, l'anima-ano, ma non ci sono prove.
Le farfalle non hanno madre nel senso mammifero, e la loro infanzia non conosce il trauma.    Non sono dinamiche come le ombre, preferiscono posarsi e riflettere. Un alone di polvere     come di grafite,  rivela la loro presenza.
A un certo punto, non si può stabilire quando, tutti gli abitanti del prato di asfodeli restano immobili. Non un alito di corrente, nessun volo. Le parole troncate si radunano in una valletta, che da lontano appare una distesa di cappucci grigi, un mare di onde  come  ditali di cenere. 

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