28 maggio 2012

Il compagno scomparso







C’era attesa sul tavolo. Lei se ne stava ferma, con gli occhi fissi sul foglio bianco. Il posto a sinistra era vuoto. Gli altri lavoravano senza fermarsi, riempiendo i fogli di righe fitte.
Avevano accettato come un fatto normale che quel posto fosse vuoto. Ma a sinistra, dove c'era la sedia inutilizzata, il vuoto si sentiva perché in quel punto il livello di produzione era zero, ed era chiaro che loro avrebbero dovuto pedalare di più.
Per arrivare al traguardo dei 1000 punti - storia dovevano scrivere senza fermarsi. All'inizio quella sedia era stata occupata da uno bravo che aveva prodotto righe della migliore qualità, la storia della nave trasporta neve e quella del pittore col baffo a stecco. Dopo, non si era più visto. Nessuno si era domandato perché fosse scomparso. Avevano continuato a stare chini sui fogli, senza voltarsi. Ma non ci si volatilizzava così, pensava lei. Dal momento in cui entravi, eri segnato. Dovevi scrivere, potevi farlo anche fuori, da solo, ma nella cellula contava, fuori no. Il capo, signor Temper, dal fondo del tavolo le lanciò un’occhiata di rimprovero. Non c’era bisogno di aggiungere altro. Lei si mise stancamente a tracciare qualche riga scritta sul foglio, ma continuava a pensare. Soltanto con 1000 punti- storia potevi affrancare te e tutti gli altri. Lo scomparso vagava da qualche parte mangiandosi il cuore, grigio dal rimorso. Forse aspettava fuori, dietro un angolo, col desiderio di rientrare e occupare di nuovo il suo posto, perché ciò che aveva guadagnato dilenguandosi, non era vera libertà.
Riempire di scrittura i fogli nella cellula dava un senso alla loro piccola e legnosa esistenza. E una volta raggiunti i 1000 punti, avrebbero potuto tirare su la schiena curva e alzarsi finalmente. Lei guardò gli altri che stavano chini a scrivere. Mancava poco alla fine turno, tutti avrebbero letto ciò che avevano scritto, il signor Temper avrebbe ascoltato in silenzio e segnato un numero sul suo taccuino rosso. L’attesa era palpabile. Lei si chinò sul foglio e non pensò più a niente.  

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