4 aprile 2013

Humus




Non devo fare niente, solo stare fermo. La terra è soffice, gessosa. Sembro morto, e invece sono concentrato, tranquillo. Il buio è riposante, ascolto i rumori.
Anche se non ho carne, ho una discreta forza. I miei tessuti sono bianchi, ed è strano come all'inizio della vita ci sia roba piccola, bianca, opaca che sta al buio. 
Il mio nemico è un becco. C'è qualcosa di più rivoltante di un uccello? Neanche un topo o uno lombrico. Per fortuna sono ben sotto e al sicuro, ma se per disgrazia fossi rimasto alla superficie, sarei spacciato. Sono voraci, ingordi, non masticano, e stanno per aria. Io soffro le brezze, le folate e tutti gli aliti di vento. Cosa c'è di più grato della terra? L'aria non si coltiva, non nasce nulla dalla sua materia.
Non è solo perchè sono cibo per i volatili. Ho un'idiosincrasia per l'aria, le molecole di ossigeno in primis, anzi la parola "ossigeno" mi fa rabbrividire. Mi figuro masse e masse, enormi e bitorzolute, che si spostano come gigantesche palle di grasso nell'olio atmosferico. Aereo è un frainteso.
E che dire delle piume? essere ricorperti da quella roba maniacale, impermeabile. E l'apertura dura e appuntita per nutrisi ?  Che un uccello sia un essere inferiore è chiaro dagli occhi.  Ti guarda spostando la testa di lato, vede a metà ogni cosa, con un occhio vitreo che non esprime nè affetto nè rabbia.
L'unica versione che sopporto è l'uccello morto. Steso rigido, col becco chiuso e le penne strette.
Mi dà una grande soddisfazione pensare che piano piano, la terra trasformerà in humus pure lui. Ben gli sta. Gli uccelli sono superbi. 
Non vorrei sembrare eccessivo o impietoso, ma li cancellerei tutti. Meno qualche esemplare di fenice. 
Cosa c'è di più piacevole di un uccello che incenerisce? Un giorno ne è  caduta  una qua vicino. C'è stato uno schianto e un crepitio secco. Un  profumo di cenere si è sparso attorno,  nessuna  puzza acre di penne bruciate. Penso sia stata una fenice, perchè era aromatica.
L'odore di fenice bruciata mi ha turbato un poco, ho temuto per i miei tessuti, che non devono subire alcuna smorzatura. Sono un seme, io.

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